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Sismicità salentina

È opinione comune che il Salento non sia una zona sismica. In realtà i più ritengono che la pericolosità sismica del nostro territorio è prevalentemente legata al risentimento di effetti sismici prodotti da terremoti con epicentri localizzati in prossimità delle coste balcaniche. Ciò sia per la vicinanza del Salento al margine balcanico della placca adriatica, sicuramente sede di sforzi tettonici visto l’elevato tasso di sismicità, ed inoltre per  le caratteristiche strutturali della placca stessa che consentono la trasmissione delle onde sismiche generate da tale sismicità con una efficienza notevole. È frequente infatti la percezione di terremoti che avvengono lungo le coste adriatiche albanesi e montenegrine o nelle isole greche.

Analizzando i dati storici a disposizione si evince che un solo evento certamente comprovato ha arrecato danni consistenti al territorio salentino provocando circa 200 morti. Si tratta del famoso terremoto del 20 febbraio 1743 che provocò danni e vittime prevalentemente nel centro di Nardò. Per tale evento sismico si ipotizza una posizione della sorgente sismogentica in prossimità della parte meridionale del Canale d’Otranto; un’attenta analisi dei dati relativi a percezione e danni censiti farebbe pensare che gli stessi sono in molti casi da ricondurre ad fenomeni di amplificazione locale relativi a particolari situazioni litostratigrafiche. In realtà i sismologi non escludono che un ruolo importante abbia giocato la riattivazione di alcune strutture tettoniche del Golfo di Taranto in concomitanza con l’evento greco. Questa ipotesi può ritenersi possibile soprattutto in ragione del fatto che i dati strumentali evidenziano la presenza di una moderata attività sismica nel Golfo di Taranto con epicentri in mare non distanti dalla costa ionica salentina; basti ricordare il caso della scossa di magnitudo 4.6 al largo di Gallipoli il 7 maggio 1983.

Tale breve panoramica sulla sismicità salentina ci chiarisce che, in assenza di maggiori dati storici e strumentali e di approfonditi studi su particolari indicatori di sismicità (strutture sedimentarie di origine sismica, tracce di fratturazione sismica in concrezioni calcaree presenti nelle grotte carsiche, ecc.) la pericolosità sismica del Salento deve essere associata al possibile risentimento dei terremoti di area greco-albanese.

Come detto in precedenza la nuova zonazione sismica di cui all’ordinanza 3274/2003 individua quattro zone a differente sismicità. Di queste la zona 4, in cui ricadono tutti i comuni salentini, è di nuova istituzione e comprende tutti i comuni che con la precedente normativa erano considerati non classificati.  Per quanto riguarda la zona 4 la Regione Puglia prescrive che la progettazione antisismica è prevista per le seguenti categorie di edifici:

  • Edifici pubblici e strategici (Scuole, Comune, Strutture sportive, Ospedali, Chiese, ecc.)
  • Edifici privati in cui esiste un’ elevata probabilità che si verifichi un affollamento elevato (grandi locali commerciali, palestre, teatri, cinema, ristoranti, alberghi, ecc.)

Nel caso di specie, ai fini dell’individuazione dello scenario di rischio, in ragione del presumibile stato del patrimonio edilizio e delle caratteristiche costruttive degli immobili, è corretto ritenere che in caso di evento i danni maggiori agli edifici ed alle persone si potrebbero avere all’interno del centro storico.

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