Come detto in precedenza per interfaccia in senso stretto si intende una fascia di contiguità tra le strutture antropiche e la vegetazione adiacente esposte al contatto con i sopravvenienti fronti di fuoco.
Naturalmente per individuare tale fascia è stato necessario perimetrare le aree urbanizzate marcatamente individuabili sul territorio (centro urbano, area artigianale e industriale, nuclei ed agglomerati di abitazioni presenti nelle aree agricole, ecc.). Questo lavoro di perimetrazione era già stato effettuato nell’anno 2008 ed in questa fase è stato perfezionato ed aggiornato partendo dalla base cartografica regionale più aggiornata costituita dalla Carta Tecnica Regionale e dalle ortofoto entrambe realizzate nel 2006.
In fase di perimetrazione delle aree antropizzate, allo scopo di ridurre la discontinuità fra gli elementi presenti, sono state create delle aggregazioni degli edifici raggruppando le strutture la cui distanza relativa non superava i 50 m. Sebbene il Manuale operativo stabilisca una larghezza dell’area d’interfaccia variabile fra 25 e 50 m, seguendo e mantenendo le indicazioni ricevute dal Gruppo Provinciale di Supporto, istituito presso la Prefettura di Lecce nel 2007, è stata individuata una fascia di larghezza pari a 50 m all’interno dei perimetri delle aree antropizzate precedentemente individuati.
Per valutare il rischio conseguente agli incendi di interfaccia è stato necessario definire la pericolosità nella porzione di territorio ritenuta potenzialmente interessata dai possibili eventi calamitosi ed esterna al perimetro della fascia di interfaccia in senso stretto, e la vulnerabilità degli esposti presenti in tale fascia (scuole, insediamenti produttivi ed industriali, luoghi di ritrovo tipo stadi, teatri, ecc., infrastrutture viarie o opere relative a servizi essenziali e strategici). L’individuazione della Fascia perimetrale è stata eseguita tracciando una buffer di larghezza pari a 200 m al di fuori dell’interfaccia ed includendo, pertanto, una parte di territorio, adiacente all’interfaccia stessa, la cui individuazione è necessaria per la valutazione sia della pericolosità, sia per il corretto susseguirsi delle fasi di allerta previste dalle procedure di allertamento.
Il territorio di Cutrofiano, sia per la sua storica vocazione agricola che suggeriva ai contadini il trasferimento nei periodi non invernali nei piccoli immobili a servizio del fondo per una continua e più razionale conduzione dello stesso, sia per la consuetudine di alcuni cittadini di trascorrere i periodi di villeggiatura estiva nelle campagne, presenta nel suo agro un edificato diffuso e discontinuo particolarmente esteso e numerosi agglomerati antropici oggi costituiti essenzialmente da villette ed edifici abitati nella stagione estiva.
In conseguenza di ciò la fascia perimetrale individuata risulta particolarmente estesa coprendo la gran parte delle aree agricole.
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